Elezioni: come finirà?

Ormai siamo arrivati alla fine di questa campagna elettorale e tra poche ore andremo a votare. Iniziano già a circolare ipotesi sui risultati che si basano su quello che i sondaggi, più o meno segreti, provano a suggerire.
Senza l'ausilio di questi strumenti di rilevazione provo a tracciare un quadro del risultato che, dal mio osservatorio molto personale si andrà delineando dalle ore 14 di lunedì 25 Febbraio.
Iniziamo da una constatazione da queste elezioni esce un sicuro perdente ed è il cittadino italiano o, meglio, il Paese.
La campagna elettorale, infatti, non ha proposto nulla (o quasi) di concreto, da nessuna parte politica si è provato a fare proposte reali, costruttive, concretamente e sistemicamente  attuabili. Quando si è provato a farlo si è comunicato male e parzialmente il proprio pensiero.Tanti slogan concentrati su pochissimi temi, la maggior parte dei quali di impatto ma mininali se valutati in prospettiva di governo (uno fra tutti il tema IMU sulla prima casa). La campagna elettorale ha messo in evidenza la pochezza della classe politica e delle organizzazioni politiche, ma, soprattutto, ha reso chiaro il "pensiero" della politica sull'elettorato. In sostanza chi più e chi meno ha ritenuto di rivolgersi all'elettore attraverso semplificazioni, battute, provocazioni senza costrutto considerandolo incapace di "ragionare". Inoltre, la campagna elettorale si è andata ancora più che nel passato, polarizzando sulle "facce" dei candidati premier (o "candidati non si sa se premier" come Berlusconi, o "Non candidati Premier ma è lo stesso" come Grillo, o "ex candidati premier come Giannino"). Personalizzazione che non ha avuto nemmeno l'opportunità di svilupparsi appieno attraverso un bel confronto televisivo tra le "facce" soprattutto per la furbetta volontà di evitare confronti manifestata da Berlusconi e Grillo.
La sconfitta del Paese si potrà leggere attraverso i numeri che ci verranno mostrati lunedì a metà pomeriggio sulla composizione del senato. Purtroppo la previsione è quella di numeri che indicheranno l'inconsistenza di una prospettiva di stabilità (con una Camera maggioritaria secondo quanto previsto dal Porcellum e un Senato dove difficilmente, anche con l'apporto di Monti e dei centristi si registrerà un fronte maggioritario solido). Da lunedì notte vedremo come reagiranno mercati, spread, alleati internazionali etc etc.
Oltre alla riflessione macro come andranno le elezioni a livello micro?
Proviamo a buttare giù qualche riflessione da "fanta politica".
Tra i vincitori apparenti avremo Grillo e il movimento 5 stelle. Numericamente la vittoria sarà inattaccabile, che il movimento arrivi o superi o si avvicini alla soglia del 20% sarà del tutto indifferente, l'idea stessa che un movimento da zero arrivi ad avere circa (o più) di un quinto dell'elettorato rende inoppugnabile la vittoria. Vittoria di approccio, vittoria di metodo, vittoria di strategia. Sarà una vittoria reale? Difficile a dirsi perchè mandare in parlamento con il meccanismo delle parlamentarie (sul mulino il processo è ben studiato da Federico Fornaro) è davvero un grande rischio sia per la "stabilità" degli eletti, sia per la professionalità e competenza specifica di chi dovrà legiferare in una momento tra i più drammatici della storia del Paese.
Altri vincitori? Difficile individuarne. Maroni potrebbe risultare vincitore (ma il vento delle ultime ore pare orientato in modo avverso al suo progetto) ma anche da eletto si troverebbe con un partito decimato, una prospettiva di diaspora e di implosione del "Modello lega" già in pratica avviata dal sindaco Tosi. La scelta di "correre" e di farlo abbracciando Berlusconi alla fine si dimostrerà mortale per il vertice leghista.
Indirettamente un vincitore sarà lo "sconfitto" d'autunno ossia Matteo Renzi al quale il ridimensionato sistema PD dovrà finire con il chiedere in ginocchio di farsi portatore del cambiamento. Ma questo tema meriterà un ulteriore approfondimento.
Sconfitti? Molti in modo schiacciante, alcuni in modo mediato.
Sicuramente i "vecchi arnesi" della politica. I Fini, Casini, Larussa, la cui consistenza elettorale verrà del tutto annullata più che ridimensionata. Sconfitto Giannino la cui patologica propensione alla millanteria ha reso inconsistente un approccio diverso e strutturato al tema politico. Sconfitta (con il dubbio sulla partita del governatore di cui sopra) la Lega, la cui scelta di giocare tutto sul grande nord senza il "coraggio del passo indietro" livello politico nazionale  e la cui folle decisione di allearsi con Berlusconi finirà per rendere chiaro il ridimensionamento del movimento e aprirà la strada ad un processo di revisione interna dagli sbocchi imprevedibili.
Sconfitto sarà Ingroia e con lui l'intero gruppo dirigente (vecchio e nuovo) che non troverà posto in parlamento e contribuirà direttamente a rendere impossibile alla sinistra riformista di avere un ruolo forte nel rilancio del paese. La perenne maledizione dell'ideologia massimalista a vocazione autodistruttiva che si perpetua.
Sconfitto sarà Monti che nel giro di un paio di mesi si troverà da salvatore della patria a leader capace di raccattare poche percentuali di punti (a questo proposito credo sia giusto ricordare che solo quaranta giorni fa si ipotizzava la valutazione positiva o negativa del risultato di Monti partendo dalla soglia del 15%!!) con l'oggettiva possibilità di non potere essere nemmeno determinante nella costituzione di una maggioranza SOLIDA al senato per una nuova "grande coalizione".
Sconfitta l'alleanza riformista di sinistra (o centro sinistra se vogliamo considerare anche il cavallo di razza Tabacci). Sconfitta perchè dimostrerà di non avere saputo "portare a casa" il risultato che i disastri del sistema Berlusconi hanno generato, perchè dimostrerà di non avere colto il vento del cambiamento o di non essere stata in grado di spingere il proprio apparato a farsi da parte per lasciare che il cambiamento spingesse le proprie vele. Partire in campagna elettorale con sondaggi superiori al 40% e ritrovarsi a "sperare" che Monti possa assicurare la governabilità sarà l'emblema della sconfitta. Sconfitta che, a differenza di tutte quelle precedentemente descritte, potrebbe lasciare un piccolo margine di recupero qualora il leader fosse in grado di un formidabile colpo di reni lanciando un progetto di governo davvero innovativo supportato da scelte di ministri e sottosegretari altrettanto "diversi" dal passato (anche qui credo valga la pena di andare a leggere le indicazioni di "nomenclature" che solo 40 giorni fa dalla Puppato ai maggiori esponenti del PD andavano ipotizzando - D'alema agli esteri, Veltroni/Vendola alla cultura, Bindi al welfare.......). Ne avrà il talento? Ne avrà la forza? Ne avrà l'opportunità?
Capitolo a parte riguarda Berlusconi.
La contraddizione vivente dello scenario politico italiano rimarrà tale anche da lunedì. Premettendo il fatto che, purtroppo, le intenzioni di voto spesso si nascondono (per vergogna?) quando si riferiscono al cavaliere (il che potrebbe ancora una volta portare ad un risultato maggiore di quanto si paventi oggi), pare abbastanza difficile immaginare un risultato diverso da quello che possa collocare il suo raggruppamento ad un ruolo secondario per il futuro sistema di maggioranze, soprattutto laddove la sfida del nuovo governo (a difficile maggioranza stabile) dovesse orientarsi dall'inizio verso proposte di "legittimità" e di riordino del sistema di regole (con la sostanziale possibilità di ricevere supporto importante dal movimento Grillino). Diverso potrebbe essere il ruolo di intermediazione (qualcuno potrebbe dire di ricatto)che Berlusconi potrebbe giocare sul campo prettamente economico, ma anche in questo caso risulterà difficile immaginare un sistema di scambio che potesse prevedere i salvacondotti a cui da sempre mira il Cavaliere con riferimento alle proprie condizioni patrimoniali e penali. Da questo punto di vista il ventilato super successo di Grillo potrebbe essere la cartina di tornasole della sconfitta del signore di Arcore.
Come sempre rimane la speranza di un elettorato in grado di valutare oltre i limiti della campagna elettorale e dei registi della stessa. Dobbiamo augurarci di non dovere ricordare la frase cult del film di Salvatores "mediterraneo"......

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